sabato 1 agosto 2009

AVERE UN NOME



"Io non sono di nessuna epoca e di nessun luogo, al di fuori del tempo e dello spazio, il mio essere spirituale vive la sua eterna esistenza e se mi immergo nel mio pensiero rifacendo il corso degli anni, se proietto il mio spirito verso un modo di vivere lontano da Colui che voi percepite, io divento Colui che desidero.
Il mio nome è quello della mia funzione ed io lo scelgo, così come scelgo la mia funzione, perchè sono libero. Il mio paese è quello dove fermo momentaneamente i miei passi. Mettete la data di ieri, se volete o riuscendovi quella di domani o degli anni passati; per l'orologio illusorio di una grandezza che non sarà mai la vostra.
Io sono Colui che è.
.......

Il mio none, che è mio, quello che scelsi per apparire in mezzo a voi, ecco quello che reclamo. Quelli che mi sono dati alla mia nascita o durante la mia giovinezza, quelli per i quali fui conosciuto, sono di altri tempi e luoghi. Li ho lasciati come avrò lasciati domani dei vestiti passati di moda ed ormai inutili.
......
Come il vento del sud, come la splendente luce del mezzogiorno che caratterizza la piena coscienza delle cose, così io vado verso nord, verso la nebbia ed il freddo, abbandonando ovunque la mio passaggio qualche parte di me stesso, spendendomi, dimenticandomi , ma lasciando un pò di luce, un pò di colore, fino a quando io non sia infine arrivato e stabilito al termine della mia carriera: allora la rosa fiorirà sulla croce.
......


Un giorno, dopo tanti anni e viaggi, il Cielo esaudì i miei sforzi: si ricordò del suo servitore che, rivestito degli abiti nuziali, ebbe la grazia di essere ammesso come Mosè davanti all'Eterno. Da allora ricevetti un nome nuovo, una missione unica.
Libero e maestro della vita non pensai che ad impiegarla per l'Opera Divina.
Se proseguendo il cammino felice dei suoi viaggi qualcuno di voi si avvicinasse un giorno a quella terra d'Oriente che mi ha visto nascere e si ricordasse di me, pronunci il mio nome ed allora vedrà i servitori di mio Padre che gli apriranno le porte della sua città Santa.

A. Conte di Caglistro

"Io sono Colui che è"..... isolati nel tempo e nello spazio, un Dio, un sogno ripetono un'oscura dichiarazione.
I nomi non sono simboli arbitrali ma parte vitale di ciò che definiscono.
Mosè chiese quale fosse il Suo nome e non si trattava di una curiosità di ordine filologico, ma di accertare chi Lui fosse o più precisamente cosa fosse.
"Sono ciò che Lui vuole che sia, sono ciò che mi hanno fatto le leggi universali"
Alessandro di Cagliostro non ci dice chi e, perchè eccederebbe la comprensione del suo interlocutore umano.....

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per aver commentato.